Quanto costa essere sostenibili? E cosa significa esserlo oggi, con una guerra in Europa dagli esiti terrificanti? Oltre alle conseguenze umane, sociali, politiche, questa guerra, ogni guerra, è anche un grave attacco all’ambiente e non solo in Ucraina, dove sono stati distrutti pure preziosi habitat naturali. È un attacco al nostro futuro, perché induce a pensare che non abbia più senso parlare di biodiversità o di tutela del pianeta o di cambiamento climatico. Come se gli orrori della guerra avessero chiuso ogni dibattito sulla sostenibilità. Intanto, alle nostre latitudini, ci apprestiamo a vivere una delle conseguenze più evidenti del cambiamento climatico: la grande sete della Pianura Padana, provocata da una prolungata siccità e da temperature molto elevate, con fiumi quasi tutti in secca. Le ricadute ci saranno non solo sull’agricoltura, ma anche sugli incendi, sulla produzione di energia idroelettrica, sugli habitat naturali dei nostri ambienti fluviali e sull’acqua potabile.
«La crisi che stiamo vivendo – si legge però nell’ultimo rapporto dell’Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, sugli attuali scenari bellici e climatici – deve diventare uno stimolo per accelerare la transizione ecologica. Dopo anni di disattenzione abbiamo scoperto la nostra eccessiva dipendenza dal gas russo, che è anche eccessiva dipendenza dalle fonti fossili. La crisi attuale deve spingerci ad accelerare la transizione verso le energie rinnovabili, anche con il supporto della ricerca scientifica e tecnologica, in grado di fornire soluzioni per contribuire a mitigare la crisi climatica. La Commissione UE ha avanzato il piano RePowerEu per un’azione europea comune al fine di garantire un’energia più sicura, più sostenibile e a prezzi più accessibili, sottolineando quanto il bisogno di una maggiore sicurezza dell’approvvigionamento stia imprimendo un nuovo slancio agli obiettivi del Green Deal europeo».
Il carrello che fa bene Tra chi continua a fare impresa pensando alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente c’è Coop. «Abbiamo sempre voluto lavorare per il futuro – spiega infatti Maura Latini, amministratrice delegata di Coop Italia – oltre che per il presente. In questo senso il rispetto della sostenibilità, all’inizio di un processo, può sembrare un’aggiunta di costi, ma questi costi vengono poi interamente recuperati. Perché si va alla ricerca dello spreco, dell’inefficienza. I prodotti Coop sono la punta avanzata della ricerca di sostenibilità, già dal 1980, quindi da più di 40 anni». E per Domenico Brisigotti, direttore commerciale Coop, «la modernità delle imprese fornitrici Coop si misura anche nell’attraversare l’attuale crisi economica tenendo fede agli impegni presi dal punto di vista dei valori».
Per questo si è svolta la 14esima edizione del premio “Coop for future. Insieme per una buona spesa”, con cinque riconoscimenti per l’impegno nella sostenibilità verde, relative ad altrettante categorie merceologiche in cui si collocano i fornitori. Nato nel 2006, il premio puntava allora sulla concretizzazione dei dettati del protocollo di Kyoto, focalizzandosi sulle emissioni dei gas clima alteranti; e nel corso del tempo le tematiche si sono via via evolute con l’ampliarsi del concetto di tutela ambientale. Evoluzione anche nell’adesione: dai pochi pionieri che avevano aderito alla prima edizione, quest’anno sono stati 409 i fornitori che volontariamente hanno partecipato all’iniziativa (sulle oltre 500 imprese che realizzano i prodotti a marchio Coop), compilando questionari e accettando le ispezioni dell’ente certificatore Bureau Veritas, pena l’esclusione dal premio; una rete di grandi, medie e piccole aziende italiane chiamate a una competizione virtuosa.
La radiografia della sostenibilità “Coop for future” è diventato così una “radiografia” complessiva della sostenibilità in ogni sua accezione, partendo dal presupposto che molte azioni, oltre a portare ad un beneficio per l’ambiente e per l’uomo, possono generare contemporaneamente un beneficio economico per tutti, consumatori compresi.
Novità del 2022 anche il Comitato Scientifico chiamato a valutare i criteri e i risultati emersi dal confronto con le aziende. Ne fanno parte Carlo Alberto Pratesi, professore di marketing, innovazione e sostenibilità all’Università Roma Tre, Simone Molteni, direttore scientifico di Lifegate e Angelo Mastrandrea, giornalista del Manifesto-Extraterrestre e Internazionale.
In “Coop for future” vincono le operazioni di miglioramento dell’efficienza energetica, la riduzione del peso degli imballaggi e l’uso di materiali riciclati, la presenza di numerose certificazioni, fra cui quella per i prodotti biologici, e le iniziative di razionalizzazione dei trasporti per minimizzare l’impatto ambientale. Riconoscimenti andati a La Doria, azienda di derivati del pomodoro, legumi e frutta di Angri; la Giuliano, azienda leader nella produzione di frutta e ortaggi in Puglia; la Fileni, leader per le carni avicole, la Essity Italia, impegnata nel campo tissue casa e igiene persona, e la società agricola cooperativa Orogel, specializzata in prodotti surgelati. Quanto alla sostenibilità ambientale, dall’inizio del progetto, nato nel 2006, e fino all’anno 2020 compreso, si stima di avere risparmiato attraverso le azioni virtuose dei fornitori a marchio Coop circa 2,9 milioni di tonnellate di CO2, pari al consumo di circa 2,2 milioni di auto diesel che percorrono in media 10 mila km annui. Ecco, le motivazioni, fornitore per fornitore, e i progetti premiati.
La Doria L’azienda di Angri, che produce derivati del pomodoro, legumi, succhi di frutta e condimenti in scatola, ha tagliato il fabbisogno di energia in diversi stabilimenti con l’isolamento degli edifici, la riduzione delle perdite e nuovi impianti di refrigerazione. Ha inoltre realizzato il recupero dell’acqua di raffreddamento delle scatole di conserve di pomodoro. L’inserimento di speciali torri evaporative ha consentito un ulteriore recupero idrico. Inoltre, per le conserve di pomodoro, sono stati ridotti i chilometri percorsi dalle zone di raccolta agli stabilimenti di produzione.
«Grazie soprattutto al fotovoltaico – spiega Giuseppe Tammaro del gruppo La Doria – siamo oggi molto meno dipendenti dal gas: il che è un vantaggio, nel contesto attuale. I clienti come Coop ci spingono a migliorare non solo nei confronti dell’ambiente, ma anche nel rispetto dei diritti dei lavoratori». Per quanto riguarda le tematiche etiche, La Doria ha realizzato svariati progetti per facilitare la vita ai propri dipendenti. Tra questi, la creazione di un asilo nido e di una scuola d’infanzia, l’erogazione di borse di studio e la possibilità di accedere a un orario flessibile.
Essity Italy Produce carta per la casa – in particolare, per Coop, carta igienica e fazzoletti – e ha avviato numerosi progetti che riducono il fabbisogno di energia, tra i quali l’installazione di impianti fotovoltaici e motori di cogenerazione ad alto rendimento, caldaie di nuova generazione e ammodernamento dei compressori. «Siamo di origine svedese – speiga Matteo Barbiere, manager dell’azienda – e dunque non siamo nuovi a discorsi di tutela dell’ambiente. Tuttavia Coop ci spinge a dare sempre il meglio. Ci impegneremo sempre di più anche nella logistica, negli imballaggi e nel riciclo dei materiali». L’azienda, per quanto riguarda una sua sostenibilità anche etica, ha dato vita a un sistema di ascolto per i dipendenti, nominando rappresentanti dei lavoratori che hanno il compito di raccogliere richieste e consigli di miglioramento. Particolarmente innovativo il progetto “Breaking barriers”, avviato in azienda con l’obiettivo di abbattere i tabù sul ciclo mestruale.
Orogel La nota azienda cooperativa di surgelati ha realizzato un impianto di surgelazione a –20° con pannelli coibentanti ad alta efficienza. Si è dotata di nuova illuminazione con luci a led e ha sostituito i compressori obsoleti con nuovi ad inverter. Ha messo in campo azioni per la riduzione del peso degli scarti e delle perdite di materie prime, valorizzando anche gli scarti stessi per trasformarli in biometano. «Siamo un’azienda molto energivora, visto che ci occupiamo di surgelati – spiega Silver Giorgini, direttore qualità e innovazione dell’azienda – perciò il nostro impegno per l’ottimizzazione dell’impatto ambientale deve essere continuo». Le azioni virtuose a favore di dipendenti riguardano un piano per alloggi a canone agevolato, asilo nido e doposcuola. Tra le altre attività che migliorano la qualità del lavoro, anche l’attivazione di una palestra e la realizzazione di postazioni di lavoro ergonomiche.
Fileni Alimentare Si occupa di produzione di carni avicole, gastronomia e produzioni gastronomiche come piatti pronti confezionati o surgelati. Il premio “Coop for future” è stato conferito a Fileni per i diversi progetti che migliorano l’efficienza di conduzione degli impianti, tra cui una nuova macchina per l’estrazione della carne non attaccata all’osso che permette la riduzione dei consumi energetici; la valorizzazione energetica dei sottoprodotti grazie alla trasformazione in cibo per animali; l’installazione di un biodigestore per la produzione di biogas. E poi c’è la produzione biologica: «Abbiamo iniziato 22 anni fa – spiega Roberta Fileni, vicepresidente – e questo ha consentito di far nascere all’interno dell’azienda competenze su un modo di produrre diverso. Coop ha il merito di condurre i fornitori verso nuove sfide, comprese quelle del miglioramento delle condizioni dei lavoratori». Come l’ampliamento degli spogliatoi, un nuovo punto di salita-discesa per il pullman con la creazione di un’ampia pensilina, una convenzione con il trasporto pubblico locale per i dipendenti in funzione degli orari dei turni e l’installazione di erogatori di acqua.
Op Giuliano L’impresa pugliese realizza prodotti ortofrutticoli freschi e tra i suoi progetti per la sostenibilità ci sono valorizzazione energetica degli scarti per uso zootecnico, estrazione dei succhi, conferimento ad impianti di compostaggio e cessione gratuita degli scarti di lavorazione. Oltre all’installazione di illuminazione a led ad alta efficienza, la Op Giuliano ha installato porte automatiche ad apertura e chiusura ultrarapide che consentono una migliore tenuta del freddo negli ambienti refrigerati. «Siamo fornitori Coop da più di 40 anni e da una trentina ci siamo impegnati sul tema della sostenibilità – spiega Nicola Giuliano –. A quei tempi coltivare ad esempio risparmiando acqua o con restrizioni sui fitofarmaci ci sembrava un vestito un po’ stretto. Ma abbiamo scoperto nel tempo che Coop più alzava l’asticella delle difficoltà, più ci creava un vantaggio. Noi siamo un’azienda fatta di contadini, i nostri dipendenti sono al 70% donne e siamo fieri di riuscire a lavorare rispettando, l’etica, il paesaggio, l’ambiente, la qualità di una vita degna per tutti». Per quanto riguarda il miglioramento del benessere dei lavoratori, O.P. Giuliano, fra l’altro, ha reso flessibili gli orari di lavoro e dato la possibilità di partecipare a corsi di formazione esterni qualificati. Inoltre ha partecipato ufficialmente al progetto Coop per l’inclusione di genere Close The Gap con l’avvio di un percorso di formazione per le lavoratrici delle filiere agricole.
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