Andrea Parafioriti presenta "La vana illusione"

2022-07-01 17:40:29 By : Ms. NANCY MA

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Andrea Parafioriti presenta “La vana illusione”

Tennis Writing, il primo vincitore è il giuglianese Raffaele Cars

Welcome Summer, l’Oasi WWF di Pannarano accoglie l’estate

“Meglio Fare 100 Cose Bene che una Male. Come diventare un creativo multifunzionale”

Casa Editrice: Bertoni Editore Genere: Narrativa contemporanea Pagine: 216 Prezzo: 17,00 €

Nel romanzo “La vana illusione” di Andrea Parafioriti si narra la storia di Pietro Barozzi, un uomo che ha venduto l’anima al diavolo per avere successo e denaro.

Egli lavora come senior manager presso una società privata di recupero crediti, a cui le finanziarie si appoggiano per avere più possibilità di riscuotere un debito.

Pietro ama il suo lavoro, che svolge con grande accuratezza. «In anni di professione ho costruito una mia casistica, un’analisi delle persone e delle reazioni. A che ora siete meno attenti, quando avete le difese mentali abbassate, in quale momento della giornata siete meno diffidenti. Sono andato per esclusione».

Forte dei suoi studi sui comportamenti umani, e incredibilmente scaltro nel comprendere al volo i punti deboli delle persone. Egli, infatti, fa sempre incassare i soldi alla sua società e prova un certo piacere nel riuscire a raggiungere l’obiettivo.

Come viene presentato all’inizio dell’opera sembra un personaggio davvero negativo, con il suo cinismo e la sua aridità. In realtà Pietro è molto più complesso di come appare.

Dentro di sé infuria una lotta tra la luce e l’oscurità, perché lui ha ancora un cuore che batte. Una una moralità, insomma, che ogni tanto fa capolino, come quando passa del tempo con i suoi cari amici e si sente finalmente libero, autentico.

La lotta interiore di Pietro si manifesta ancora di più quando incontra la figlia di un uomo che deve dei soldi alla società. Questa donna, Tiziana, con il suo candore abbatte le solide difese del protagonista.

«Tiziana. Occhi neri, sinceri, veri. La dignità di chi lavora onestamente e non cerca e non chiede scorciatoie. Non ne accetta. L’onestà di chi dice le cose come le ha nel cuore e nell’animo. È bella, ha il profumo del sole che sorge e scalda. La voce netta, limpida e ferma, che non tentenna di fronte all’arroganza, di fronte ad un problema più grande di lei. Che ti inchioda alle tue responsabilità e ti porta alla confessione, all’ammissione, perché abbatte le false difese dietro cui ti trinceri».

L’autore racconta dell’evoluzione di Pietro grazie all’umanità della donna, e purtroppo anche del suo nuovo conflitto. La vita, infatti, bussa a chiedere il pagamento del suo tributo, proprio come lui aveva fatto tante volte e come, forse, era pronto a non fare più. Andrea Parafioriti presenta una storia dura e drammatica; una vicenda che parla di sensi di colpa, di perdono e di riscatto.

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Lalena, centenaria della profonda provincia italiana, attraverso i suoi ricordi rievoca, in un simpatico confronto con la nipote, generazione millennial, malinconie di un tempo e storie difficili, tormentate, spesso anche inquietanti delle donne del ‘900, i tentativi di un mondo misogino di svalutare la figura femminile, le difficoltà ad esternare le sensazioni e il proprio disagio aspirando alla libertà.

Confronti e ricerche di precise analogie tra due mondi, antico e moderno, che spesso sviluppano una crescente nostalgia per il passato.

Lalena racconta il punto di vista femminile, l’immaginario collettivo e modelli di comportamento fra tradizione e desiderio di emancipazione di adolescenti in fiore, adultere, angeli della famiglia, streghe, madri e mogli esemplari. Costrette in ruoli imposti, devono dimostrarsi all’altezza, realizzando il proprio sé attraverso il governo della loro natura.

Modernità e tradizione, spesso reputati in antitesi, vengono posti in raccordo, lasciando scoprire un modo di vivere la modernità tradizionalmente.

L’autore, Nicola Giocondo è un agronomo divulgatore agricolo che conosce bene quella realtà contadina. Questo racconto vuole essere esercizio utile e necessario oggi, in un periodo storico in cui l’idea della ruralità è ancora in crisi ma che sembra tornata a farsi sentiremin un momento in cui la gravità dei cambiamenti climatici rende non rinviabile un ripensamento di antichi valori e una nuova direzione agroecologia. È anche un punto di vista femminile dei principali avvenimenti del 900 raccontati attraverso storie di persone semplici.

Tre sindaci storici del comune di Qualiano (Schiano, Cacciapuoti e Morgera) commenteranno alcuni brani del libro mentre il sindaco in carica concluderà la discussione. 

A riguardo l’autore ha dichiarato: “La città del racconto è Qualiano. Il racconto di Lalena è anche un bel viaggio tra detti napoletani e antichi proverbi contadini. Ogni capitolo si apre con una nenia napoletana. Lalena racconta la gente del suo paese, povera mai misera. Analfabeti colti (un’espressione che attribuisco al parroco)”

Lo scrittore giuglianese Raffaele Cars è il vincitore della prima edizione del Tennis Writing, il concorso di scrittura organizzato in occasione del Milano ATP Challenger.

Partiti in 100 scrittori, Raffaele, residente a Giugliano, è riuscito a vincere il concorso grazie a un racconto molto apprezzato, “Era solo la vita” che vede come protagonisti Foster e Mya, due palline da tennis che si innamorano e cercano la fuga insieme.

Raffaele Cars, classe 1992, ha alle spalle un romanzo edito da Homo Scrivens: “La Giovinezza al Tempo degli Orsi”.

Il suo prossimo romanzo, invece, sempre con la Homo Scrivens, capitanata da Aldo Putignano, uscirà la prossima primavera. Autore, inoltre, del podcast “Hikaya” per Pangea, Raffaele Cars è un nome che continua a crescere nel mondo della scrittura campana e nazionale.

“Sono davvero contento di questo premio – afferma Cars – informo i miei e lettori e chi ha voglia di conoscere i miei lavori che potranno leggere il racconto vincitore del concorso in una raccolta che uscirà la prossima primavera- conclude poi – con tutti i finalisti e alcune guest star del panorama giornalistico e autoriale italiano.”

Il concorso si è tenuto in concomitanza con il Milano ATP Challanger, all’Aspria Harbour Club di Milano.

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L’Oasi WWF di Pannarano dà il benvenuto all’estate: è questo il tema di Welcome Summer, l’evento in programma il 26 giugno. La prima domenica dopo il solstizio d’estate.

Quando il sole raggiunge il punto più settentrionale della sua corsa apparente nel cielo, segnando l’inizio della stagione estiva e delle giornate con il massimo di ore di luce, il WWF dedica l’intera domenica alla scoperta dei tesori dell’Oasi e del Partenio.

Appuntamento domenica alle 9:00, allora, presso il rifugio “Acqua delle Vene” a 1185 m.slm, per un caffè di benvenuto a tutti i partecipanti.

Segue l’Escursione guidata “Acqua delle Vene (1170 m) – Grotta di Mattiuccio (995 m)”, con la ripida discesa (400 m.) nel canale “Acqua delle Vene” ed entrata nella grotta, alla scoperta del mondo sotterraneo (per 20 partecipanti in gruppetti con casco e lampada frontale) nella grotta lunga 50 m e completamente al buio, con temperatura di circa 9°.

Nel corso della giornata, videoproiezioni sulla biodiversità dell’Oasi e del Partenio. Immagini e video spettacolari di panorami, habitat, animali, alberi e piante rare realizzate nel territorio dell’Oasi.

A pranzo, “Brindisi all’Estate e due bocconi in compagnia”, presso il rifugio “Acqua delle Vene”, un momento conviviale con consumazione di un “rustico” pasto, che è necessario prenotare al numero 339 830 5044.

I programmi dettagliati delle giornate delle Oasi WWF sannite sono disponibili nei siti e nei canali social dell’Associazione e delle Oasi, su Facebook ed Instagram: wwfsannio.wordpress.com, rifugioacquadellevene.blogspot.com.

Oltre che luoghi meravigliosi, le Oasi sono il più grande progetto di conservazione del WWF in Italia, da oltre 50 anni.

Dalla prima, storica Oasi del Lago di Burano in Toscana alle 100 aree attuali, le oasi WWF svolgono un ruolo centrale per difendere migliaia di specie, fare educazione in natura e promuovere uno sviluppo davvero sostenibile.

L’Oasi Montagna di Sopra di Pannarano è 312 ettari nel cuore del Parco Regionale del Partenio. È caratterizzata così dalla foresta caducifoglia montana tipica dell’Appennino in cui domina il faggio e l’agrifoglio, con tasso e ontano napoletano.

La flora è ricca di specie endemiche, come la Saxifraga porophilla, la Viola pseudogracilis, la Rosa alpina e il Giglio martagone, simbolo dell’Oasi.

La fauna comprende la Salamandra s. gigliolii, una sottospecie endemica della Salamandra pezzata; una settantina di specie di uccelli nidificanti tra cui poiana, sparviere, falco pellegrino, gufo reale e corvo imperiale.

I pipistrelli contano otto specie nella Grotta carsica di “Mattiuccio”. Tra i mammiferi lupo, volpe, donnola, faina, tasso, cinghiale e vari micromammiferi del bosco.

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Casa editrice: Edizioni Bookness Genere: Narrativa motivazionale/autobiografica Pagine: 148 Prezzo: 13,90 €

“Meglio Fare 100 Cose Bene che una Male. Come diventare un creativo multifunzionale” è la nuova opera di Max Nardari, un uomo e un artista sfaccettato, che nella sua vita ha sperimentato il cinema e la musica, e non solo, e ne ha fatto un lavoro che gli dà anche molte soddisfazioni.

Egli è infatti regista, cantautore, sceneggiatore, scrittore e produttore cinematografico, e ha fondato una casa di produzione indipendente, la Reset Production, in cui si occupa sia di cinema che di musica. Oltre a produrre i suoi film, infatti, realizza i suoi brani e anche le colonne sonore dei suoi film.

In questo libro l’autore parla del suo percorso personale e artistico dalla prospettiva del “creativo multifunzionale”. Ciò, infatti, vuol dire applicarsi con profitto in diversi campi artistici e portare avanti progetti anche molto distanti l’uno dall’altro. Come riuscirci però senza perdersi e senza correre il rischio di non concretizzare?

Ci pensa questo testo a darci le risposte, presentando l’esperienza dell’autore e mostrando come sia possibile trovare e focalizzare le proprie energie per realizzare i propri sogni, senza arrendersi mai. «In questo libro racconto aneddoti personali, esperienze a volte anche dolorose, che però mi hanno portato a riflettere profondamente sul senso della vita, e in particolare sull’importanza del processo creativo».

Un aspetto interessante risiede nella scelta dell’autore di praticare il buddismo da più di due decenni, che gli ha insegnato che si può essere resilienti nella vita, e che se anche cadiamo, possiamo riuscire a rialzarci sempre.

«Vince quindi chi ha caparbietà, capacità di resilienza, e chi riesce a sopravvivere agli ostacoli. Vince chi riesce a superarli, concentrandosi sulle motivazioni che spingono ad andare avanti. Vince chi riesce a non farsi sviare dai pensieri negativi che portano a dubitare di sé stesso. Vince infine chi riesce a maturare non solo creativamente, ma anche umanamente e spiritualmente, cogliendo le difficoltà come un’opportunità di crescita e non solo come un problema».

Per poter essere un creativo multifunzionale c’è bisogno di passione e fede in ciò che si fa, e poi si necessita di una strategia, per organizzare le risorse che si hanno a disposizione.

Non meno importante è la sana abitudine a mantenersi costantemente in contatto con le proprie emozioni, e saperle decifrare e controllare.

Solo così si può essere dei creativi a tutto tondo, pronti, grazie all’esempio di Max Nardari, a mettere in pratica i nostri talenti e a lottare per realizzare i nostri sogni.

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Casa editrice: Libeccio Edizioni Genere: Fantasy Pagine: 272 Prezzo: 16,80 €

“L’impero delle clessidre” di Mario Attilieni è un romanzo fantasy ricco di azione e avventura, di storie d’amore e di magia. È il primo volume di una trilogia in cui si racconta del viaggio di Dante e di suo figlio Achille nel regno di Zimania. Un regno nato dalla fervida fantasia di Dante che l’ha fatto diventare l’ambientazione di un suo romanzo.

Questo libro è il suo regalo per i diciotto anni di Achille. Il giorno in cui glielo dona però, dal volume viene sprigionata una forza magica che li risucchia all’interno delle pagine, facendoli approdare a Zimania.

Il lettore può trovare quindi un libro nel libro. Egli, infatti, legge la vicenda dei due protagonisti che intanto vivono parte della storia inventata da uno di loro.

Dante riconosce subito il luogo in cui compaiono magicamente; sa che è il mondo da lui creato e individua anche alcuni personaggi da lui delineati.

Ad esempio, quando vengono portati al cospetto del Console di Porto Profumato, Dante si rivolge a lui chiamandolo per nome, e ricordandogli di essere un suo amico. «Ubbus! Sono Dante Rivolta! Sono Dante Rivolta!».

Egli, infatti, aveva creato un personaggio a sua immagine e somiglianza, che nella storia era creduto morto. In questo modo può interpretare il suo ruolo e acquistare credibilità davanti al Console.

Tanto è tranquillo Dante quanto è sconvolto Achille, che all’inizio pensa che il padre sia diventato pazzo quando gli spiega ciò che sta accadendo loro. Poi comprende che egli sta dicendo la verità. «Si era ritrovato in quella situazione impossibile da credere, difficile da definire: un mondo antico, lontano, fantastico, forse magico, dove, per giunta, sembrava che suo padre, Dante, fosse una specie di dio. Che cosa bizzarra: suo padre un dio, creatore di tutto quel mondo, plasmato dalla sola forza della sua fantasia. E adesso ne era prigioniero. Ne erano prigionieri entrambi».

Purtroppo per loro, le conoscenze di Dante non possono bastare a gestire ciò che sta succedendo nel regno.

Tanti aspetti di quel mondo, infatti, sfuggono al controllo del suo creatore. Molti pericoli li attendono nel loro viaggio per scoprire un modo di tornare a casa.

Mario Attilieni presenta anche una storia dagli interessanti risvolti politici, dove in troppi cercano di appropriarsi del trono di Zimania. L’ambientazione è sicuramente uno dei punti di forza del romanzo. Ogni luogo è ben descritto, e di esso scopriamo non solo la geografia ma anche le affascinanti storie e le leggende ad esso legate.

Il romanzo “Storia di un presidente che si credeva un topo” di Giuseppe Tecce ci riporta al marzo 2020 e alle prime fasi della pandemia di Covid19.

È quindi un’opera molto attuale in cui si racconta la storia di Andrea, un uomo di un metro e ottanta per centocinque chili. Egli è definito nel libro come un orso buono, reso ancora più affabile dalla sua folta barba rossiccia.

Andrea insegna in una scuola di formazione per le nuove professioni nel centro storico di Benevento. È inoltre presidente di una cooperativa sociale che svolge diverse attività. La gestione delle strutture residenziali per disabili e dei centri di accoglienza per migranti, e il reinserimento lavorativo di ex detenuti.

All’apparenza è quindi un uomo dedito al prossimo ma ben presto un lato del suo carattere emerge prepotentemente.

La paura del Covid19, accentuata dalla sua ipocondria e dalla possibilità che la sua malattia, il diabete mellito, possa peggiorare la situazione se dovesse contrarre il virus, lo portano a chiudersi in sé stesso e a pensare esclusivamente al suo egoismo e alla sua sopravvivenza.

Con l’inizio della quarantena la sua chiusura diventa non solo psicologica ma fisica. Egli, anche quando è data agli italiani una tregua dal lockdown, decide deliberatamente di rimanere in casa. È, infatti, terrorizzato dalle immagini che vede al telegiornale e dalle notizie dei decessi che affollano i canali di informazione.

«Erano trascorsi sessantanove giorni dal momento in cui era rimasto segregato in casa, come quasi tutti gli italiani, d’altronde. La solita tuta, grigia, con righe rosse lungo le maniche e lungo le gambe, nella quale soleva vestirsi, era consumata dal tempo e dall’inedia».

Un giorno, però, al risveglio, qualcosa sembra cambiato intorno a lui, e la confortante sicurezza della sua casa si trasforma improvvisamente in una sfida continua.

Andrea ha subìto una profonda metamorfosi. Dopo il primo momento di smarrimento si rende conto di avere una grande possibilità tra le mani, che potrebbe contribuire a salvargli la vita.

L’autore ci conduce quindi nell’ultima parte del libro caratterizzata da una svolta surreale. In tale svolta non è chiaro stabilire se ciò che stiamo leggendo sia la risultante di un delirio lucido del protagonista o se stia accadendo davvero.

Mentre ci avviciniamo a un finale spiazzante, riflettiamo su come il coronavirus abbia scardinato tutte le nostre certezze e abbia rivoluzionato le nostre vite; che ci abbia resi migliori o peggiori, però, ancora non ci è dato saperlo.

Casa editrice: Scatole Parlanti Collana: Voci Genere: Narrativa contemporanea Pagine: 118 Prezzo: 14,00 €

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