(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 07 set - Lo spettro di una Fed ancora aggressiva nella stretta di politica monetaria per contrastare l'inflazone continua ad agitare i mercati azionari. Gli investitori alleggeriscono infatti i portafogli dagli asset piu' rischiosi, mentre i future sui Fed Fund danno per probabile al 74% un altro incremento dei tassi di 75 punti base nel vertice Fomc del 21 settembre. Le vendite coinvolgono anche i titoli di Stato, coi rendimenti sui Treasury a 30 anni ai massimi dal 2014, mentre il dollaro guadagna terreno contro le altre principali valute, appesantendo i corsi delle materie prime. I listini asiatici sono scesi a livelli toccati nella crisi pandemica del 2020, mentre in Europa i future sull'Eurostoxx 50 cedono l'1% e a Piazza Affari i contratti sul Ftse Mib perdono lo 0,8%. Sul valutario, l'euro torna sotto quota 0,99 dollari ed e' indicato a 0,9894 da 0,9908 ieri in chiusura. Ancora in calo il prezzo del petrolio, anche alla luce della riduzione "simbolica" dell'output da parte dei paesi Opec+: il Brent con consegna novembre perde l'1,58% a 91,36 dollari al barile, mentre il Wti ottobre scivola dell'1,61% a 85,48 dollari. In rialzo del 2% a 245 euro per megawattora il gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.
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