Cosa ci fa un deejay moscovita a capo del colosso del gas russo con sede in Germania? Se lo sono domandati in molti e altrettanti sono stati quelli che hanno sospettato trattarsi di un “prestanome”. Il problema è che non parliamo di una piccola azienda, ma della società che per la Germania garantisce i pluri miliardari contratti di fornitura del gas e ne sovrintende la distribuzione attraverso la rete del gasdotto Nord Stream 1. Insomma, una vicenda che dalla consolle delle discoteche di Mosca fa tremare i piani alti del governo di Berlino.
Questa storia paradossale è stata rivelata dallo Spiegel. Evidentemente, per aggirare le sanzioni occidentali, il colosso energetico di Stato della Federazione russa "attraverso una serie di passi intermedi" aveva trasferito il controllo della società tedesca "a un uomo che mette dischi di musica progressive-house nei club di Mosca e che come uomo d'affari era stato notato finora soprattutto nel commercio automobilistico".
La vicenda è emersa in seguito all'annuncio della società madre russa di separarsi dalla filiale, attraverso cambiamenti nella struttura della proprietà. Mossa alla quale non a caso è seguita, due giorni fa, la decisione del governo tedesco - tramite il ministro all'Economia Robert Habeck - di prendere il controllo di Gazprom Germania, che viene affidata in amministrazione fiduciaria all'Authority dell'energia tedesca, anche allo scopo di "garantire la sicurezza dell'approvvigionamento". Nell'occasione, è stato lo stesso Habeck a spiegare che l'obiettivo dell'operazione è quello di "evitare" una possibile acquisizione della società da parte di Jsc Palmary e Gazprom Export Business Services, entrambe russe.
A quanto scrive il settimanale amburghese, Palmary è una società per azioni operante nel settore immobiliare: nel registro della camera di commercio russa è indicata, come sede della compagnia, "un'unica stanza presso un complesso d'uffici" nel sudovest della capitale russa. In sostanza, una scatola vuota. Il che appare in contrasto, evidentemente, con un giro d'affari multimiliardario della casa madre. Sempre nel registro commerciale russo - continua lo Spiegel - dalla data del 31 marzo 2022 compare il nome di un nuovo amministratore delegato di Palmary, tale Dmitri Z., che vanta "un curriculum certo non abituale nel settore energetico". Tra l'altro, in passato l'uomo sarebbe stato titolare di una società operante nel campo del "commercio al dettaglio di elettrodomestici in negozi specializzati", così come viene citato a capo di una azienda che si occupa di "commercio automobilistico". Nel medesimo registro è indicato un indirizzo mail nonché un account Google la cui foto profilo mostra un individuo che mette dischi in qualità di deejay. Idem un account Facebook sotto lo stesso nome, nutrito d'immagini in cui lo si vede in mezzo alle luci stroboscopiche di una discoteca oppure intento a suonare "Georgia On My Mind", un classico di Ray Charles, al pianoforte. Ci vuol tutta la libertà dell'uso fortemente creativo di una lingua per dipingere un deejay come chi, nella veste di capo del colosso russo, possa avere un curriculum “non abituale” nel settore energetico nel quale opera.
Non si tratta però dell'unica incongruenza nella vicenda della vendita di Gazprom Germania. Per il settimanale tedesco, l'attuale l'azionista principale della società sarebbe una compagnia di San Pietroburgo, chiamata Gazprom Export Business Services (Gpebs), in una transazione realizzata da Gazprom Holding sempre lo scorso 31 marzo. Nell'operazione, lo 0,1% delle azioni sarebbe andato a Palmary - quella del deejay moscovita - il restante 99,9 per cento sarebbe stato rilevato dalla stessa Gpebs, secondo l'estratto del registro. Sulla carta, la quota di Palmary è di soli 100 rubli - l'equivalente di un euro - ma al tempo stesso Gpebs ha trasferito il 100% dei diritti di voto a Palmary.
In parole povere: con una quota di un euro il deejay russo avrebbe ottenuto il potere esclusivo su una società tedesca che nel 2020 ha generato circa 12,7 miliardi di euro di fatturato e che controlla infrastrutture critiche come gli impianti di stoccaggio del gas nella Repubblica federale.
"Si può supporre che in realtà non sia Dimitri Z. a prendere qualsivoglia decisione commerciale", commenta ancora lo Spiegel. Fatto sta che una decisione invece è arrivata subito dopo il passaggio di quote, ovvero l'annuncio della liquidazione di Gazprom Germania da parte di Palmary e Gpebs: "La società doveva smettere di esistere", spiega il giornale, "e con essa molti dovevano terminare contratti di fornitura di gas che le filiali di Gazprom Germania avevano concluso con diverse centrali tedesche". Ma il cambio di proprietà è contrario alle normative che regolano i rapporti commerciali con l'estero e avrebbe dovuto essere comunicato ufficialmente alle autorità tedesche. Questa violazione di diritto ha consentito al ministero dell'Economia tedesco, sotto Habeck, a non riconoscere i nuovi proprietari di Gazprom Germania. La società è assegnata in modo affidatario all'agenzia delle reti guidata da Klaus Mueller. Come prima reazione, la casa madre russa ha chiesto che la filiale rinunci con effetto immediato al marchio Gazprom, per "evitare un'ulteriore identificazione con il gruppo".
Tutta questa vicenda accade a breve distanza di tempo dalle perquisizioni ordinate dalla commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager e avvenute negli uffici locali di Gazprom PJSC, Gazprom Germania e Wingas, per indagare sul ruolo avuto dal colosso del gas russo nel picco di prezzi del gas, in concomitanza con l'inizio della guerra in Ucraina.
E, sempre in Germania, fa ancora discutere la candidatura dell'ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder mel Consiglio d’Amministrazione di Gazprom Russia. Ricordiamo che Schroeder ha una lunga frequentazione con il presidente russo Vladimir Putin ed è già presidente del Consiglio dei direttori della compagnia petrolifera statale russa Rosneft. Ed è anche presidente amministrativo di Nord Stream 2, il “raddoppio” del gasdotto Nord Stream che unisce la Russia alla Germania. Solo il prossimo 30 giugno si saprà se l'ex cancelliere socialdemocratico tedesco sarà votato dall’Assemblea degli Azionisti di Gazprom, o se avrà ritenuto di ritirare prima la sua candidatura per ragioni di opportunità. Quel che sembra invece sicuro è che Dmitri Dj abbia abbandonato la poltrona di comando della filiale tedesca del colosso russo e sia tornato a mettere i dischi nei club di Mosca.