Un’azienda familiare che vede collaborare tre generazioni, che ha saputo reinventarsi e che coniuga il profitto con la sostenibilità. La società agricola Salvarani di Roncoferraro (provincia di Mantova) alleva suini per la produzione di carni e insaccati, che alimenta con i mangimi derivati dalla lavorazione dei cereali che essa stessa coltiva. «In origine la nostra famiglia si dedicava all’edilizia», spiega Stefano Salvarani, titolare dell’azienda che è stato anche presidente della federazione regionale di prodotti suini di Confagricolura. «Anche se mio padre faceva un altro tipo di lavoro aveva sempre guardato il mondo dell’agricoltura con molta ammirazione perché affascinato dalla campagna, ambiente in cui era nato ed aveva sempre vissuto e dove aveva imparato fin da subito ad apprezzarne i frutti. Con la crisi degli anni Ottanta ha deciso di cambiare radicalmente settore. Mio padre Renato ha solo 18 anni più di me, siamo come fratelli, e con lui e mio fratello Sandro abbiamo ricominciato da zero. Abbiamo iniziato con una ventina di scrofe allargandoci su terreni vicino a casa. L’allevamento era a ciclo chiuso, ovvero dopo la nascita del suinello lo portavamo fino alla macellazione con l’obiettivo di realizzare un progetto più ampio di lavorazione delle carni. Oggi abbiamo 500 scrofe, ogni anno vendiamo 8 mila suini per la macellazione, possediamo 250 ettari di terreno e dal 2019 anche un laboratorio a Villimpenta per fare gli insaccati (dallo speck al prosciutto crudo, dal guanciale al salame mantovano, dalla coppa stagionata e aromatizzata al cotechino) e tagli di carne fresca con cui riforniamo agriturismi, ristoranti e negozi. Abbiamo anche un sito di vendita (http://www.agricolasalvarani.it) e spediamo in tutta Italia. Insomma, dal terreno alla tavola».
Ultima tappa del progetto è stato realizzare un supermercato adiacente all’azienda dove così è possibile la vendita a km zero. In tutto impiegano 21 persone compresi il figlio di Stefano, 30 anni, e suo nipote, 25. «Per la nostra attività siamo stati insigniti del titolo di Cavalieri del lavoro dall’onorevole Letta; mobilitando l’intera famiglia siamo stati in grado di fare un salto di qualità». L’azienda Salvarani ha a cuore anche la sostenibilità ambientale dell’intera filiera. «Siamo stati tra i primi a rimuovere l’eternit e ciò nel 2012 ci ha portati a ottenere il certificato Iso 14000 impatto ambientale. Nella coltivazione di orzo, mais e soia non usiamo Ogm e abbiamo un impianto fotovoltaico da 200 kW sfruttando le grandi superfici sui tetti dei nostri capannoni. Consumiamo tutta l’energia che produciamo ogni giorno (quindi a costo zero) e quella inutilizzata la vendiamo alla rete pubblica. La Pianura padana è assolata anche in inverno, e pure in condizioni di poca luce riusciamo a produrre energia. Adesso essere virtuosi è diventato un business, ma noi siamo stati tra i primi ad averci creduto. La nostra filosofia è fare nel migliore modo possibile. Crediamo che il benessere si ottenga prima di tutto con il rispetto verso la natura, non si può pretendere di ottenere senza prima dare qualcosa».
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